Quaderno I (XVI) § (106) La concezione religiosa di Maurras

La «Rivista d’Italia» del 15 gennaio 1927 riassume un articolo di J. Vialatoux pubblicato nella «Chronique Sociale de France» di qualche settimana prima. Il Vialatoux respinge la tesi sostenuta da Jacques Maritain in Une opinion sur Charles Maurras et le devoir des catholiques (Paris, Plon, 1926) che tra la filosofia e la morale pagane di Maurras da una parte e la sua politica dall’altra non vi sia che un rapporto contingente, di modo che se si prende la dottrina politica, astraendo dalla filosofia, si può andare incontro a qualche pericolo, come in ogni movimento umano, ma non v’ha nulla di condannabile. Per il Vialatoux, giustamente, la dottrina politica scaturisce (o per lo meno è inscindibilmente collegata – G.) dalla concezione pagana del mondo (su questo paganesimo bisognerebbe distinguere e chiarire, tra la veste letteraria, estrinseca, in cui consiste questo così detto paganesimo di Maurras e il nocciolo essenziale che è poi un positivismo naturalistico, preso da Comte e mediamente da sansimonismo, ciò che col paganesimo entra solo per la nomenclatura gergale della chiesa). La città è fine ultimo dell’uomo: realizza l’ordine umano con le sole forze della natura. Maurras è definibile per i suoi odii ancor più che per i suoi amori. Odia il cristianesimo primitivo (la concezione del mondo degli Evangeli, dei primi apologisti ecc., il cristianesimo fino all’editto di Milano, insomma, che credeva la venuta di Cristo annunziare la fine del mondo e determinava perciò la dissoluzione dell’ordine politico romano in una anarchia morale corrosiva di ogni valore civile e statale) che per lui è una concezione giudaica.

In questo senso Maurras vuole scristianizzare la società moderna. Per Maurras la chiesa cattolica è stata e sarà sempre più lo strumento di questa scristianizzazione. Egli distingue tra cristianesimo e cattolicismo ed esalta quest’ultimo come la reazione dell’ordine romano all’anarchia giudaica. Il culto cattolico, le sue devozioni superstiziose, le sue feste, le sue pompe, le sue solennità, la sua liturgia, le sue immagini, le sue formule, i suoi riti sacramentali, la sua gerarchia imponente, sono come un incantesimo salutare per domare l’anarchia cristiana, per immunizzare il veleno giudaico del cristianesimo autentico. Secondo il Vialatoux il nazionalismo dell’Action Français non è che un episodio della storia religiosa del nostro tempo. (Bisognerebbe aggiungere che l’odio di Maurras contro tutto ciò che sa di protestante ed è di origine anglotedesca – romanticismo, Rivoluzione francese, capitalismo – non è che un aspetto di questo odio del cristianesimo primitivo: bisognerebbe inoltre cercare in Augusto Comte le origini della sua attitudine versi li cattolicismo, che non è indipendente dalla rinascita libresca del tomismo e dell’aristotelismo).

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