Confalonieri. § (91)
Silvio d’Amico, in un capitolo del suo libro Certezze (Treves-Treccani-Tuminelli, di prossima pubblicazione; il capitolo è riportato dai giornali del 16 marzo 19832, «Resto del Carlino») scrive che in una raccolta del museo dello Spielberg è conservata la «supplica rivolta a <…> Francesco I dal conte Confalonieri di Milano entrato in carcere, si sa, fiorente di gagliardissima giovinezza: egli scrive all’Imperatore come un uomo fiaccato, chiedendo grazia e pietà. Documento spaventevole, dico, perché anche lasciando la debita parte alle fome servili del tempo (? da parte del Confalonieri?), di fatto qui le parole imploranti denunciano una violazione spirituale cento volte più turpe di una condanna a morte, gemono la disfatta di una tempra spezzata in due: non è più il baldo patrizio che parla, è il fanciullo che un gigante ha costretto a scrivere a proprio talento, schiacciandogli l’esile mano nel pugno d’acciaio, è il meschinissimo che è stato stordito e ubbriacato per vederlo delirare». Scrivi il D’Amico che questo museo dello Spielberg è stato messo insieme, col permesso del governo ceco, dal dottor Aldo Zaniboni, un medico italiano che viveva o vive ancora a Brno. Avrà fatto qualche pubblicazione in proposito? E questa supplica del Confalonieri è stata pubblicata?