Machiavelli § (162)
Studi particolari su Machiavelli come «economista»: Gino Arias negli «Annali di Economia della Università Bocconi» 〈pubblica〉 uno studio dove 〈si trova〉 qualche indicazione. (Studio di Vincenzo Tangorra). Pare che lo Chabod, in qualche suo scritto sul Machiavelli, trovi che sia una deficienza del fiorentino, in confronto, per es., al Botero, il fatto della quasi assenza di riferimenti economici nei suoi scritti (sull’importanza del Botero per lo studio della storia del pensiero economico cfr Mario De Bernardi e recensione di L. Einaudi nella «Riforma Sociale» di marzo-aprile 1932).
Occorre fare alcune osservazioni generali sul pensiero politico del Machiavelli e suo suo carattere di «attualità» a differenza di quello del Botero, che ha carattere più sistematico e organico sebbene meno vivo e originale. Occorre anche richiamare il carattere del pensiero economico di quel tempo (spunti nel citato articolo dell’Einaudi) e la discussione sulla natura del mercantilismo (scienza economica o politica economica?) Se è vero che il mercantilismo è una [mera] politica economica, in quanto non può presupporre un «mercato determinato» e l’esistenza di un preformato «automatismo economico», i cui elementi si formano storicamente solo a un certo grado di sviluppo del mercato mondiale, è evidente che il pensiero economico non può fondersi al pensiero politico generale, cioè nel concetto di Stato e delle forze che si crede debbano entrare a comporlo. Se si prova che il Machiavelli tendeva a suscitare legami tra città e campagna e ad allargare la funzione delle classi urbane fino a domandar loro di spogliarsi di certi privilegi feudali-corporativi nei rispetti della campagna, per incorporare le classi rurali nello Stato, si dimostrerà anche che il Machiavelli implicitamente ha superato in idea la fase mercantilista e ha già degli accenni di carattere «fisiocratico», cioè egli pensa a un ambiente politico-sociale che è quello presupposto dall’economia classica.
Il prof. Sraffa attira l’attenzione su un possibile avvicinamento del Machiavelli a un economista inglese del 1600, William Petty, che Marx chiama il «fondatore dell’economia classica» e le cui opere [complete] sono state tradotte anche in francese, (Marx ne parlerà nei volumi del Mehrwert, Storia delle dottrine economiche).