Passato e presente. § (154)
Franz Weiss, «stelletta» dei «Problemi del Lavoro» potrebbe chiamarsi il «nuovo Masticabrodo» e la raccolta dei suoi scritti il nuovo libro delle Sette Trombe.
L’altra «stelletta», quella del «Lavoro» (Weiss ha sei punte, Ansaldo ha cinque punte: la stelletta di Ansaldo viene identificata come «stelletta nera» del «Lavoro») è più «aristocratica» e nello stile e nel contenuto di argomenti. La «popolarità» dello stile del Weiss consiste specialmente in ciò che i suoi articoli sono formicolanti di proverbi e di modi di dire popolari [più proverbioso di Sancio Pancia: si potrebbe fare una raccolta di «sapienze»]: «tanto va la gatta al lardo, bandiera vecchia, gallina vecchia, il senno di poi, due persi e due misure», ecc.; vedere anche la «falsa» familiarità e il brio di cocotte stanca. Si ha l’impressione che Weiss abbia uno stock di proverbi e modi di dire da mettere in circolazione, come il commesso viaggiatore ha il suo stock di freddure: quando vuol scrivere un articolo, non gli importa il contenuto dell’articolo, ma la razione di proverbi da esitare. Lo svolgimento letterario è dettato non dalla necessità intima della dimostrazione, ma dal bisogno di collocare le preziose gemme della sapienza dei popoli. Parallelo con Corso Bovio, che, invece dei proverbi, costella gli articoli di grandi nomi; ogni colonnina di giornale è una passeggiata in un Pincio della Società delle Nazioni: bisogna che appaiano, per colonna, almeno 50 nomi, da Pitagora a Paneroni, dall’Ecclesiaste a Tom Pouce. Si potrebbe, come esempio di ilotismo letterario, analizzare così un articolo di Weiss e uno di Corso Bovio. (C’è però un po’ di Bovio in Weiss e un po’ di Weiss in Bovio e ambedue fanno rimaner babbeo il lettore operaio al quale si rivolgono).