Passato e presente. Gli avvocati in Italia. § (18)

Cfr l’articolo di Mariano D’Amelio, La classe forense in cifre, nel «Corriere della Sera» del 26 gennaio 1932. Cita uno studio di Rodolfo Benini, pubblicato negli Atti dell’Accademia dei Lincei, «ricco di savie e sottili osservazioni circa la classe degli avvocati, dei procuratori e dei causicidi, relativo agli anni 1880 e 1913». Libro di Piero Calamandrei (edito dalla «voce», mi pare, e intitolato Troppi avvocati!). Studio recente dello Spallanzani (di circa 20 pp.) L’efficienza della classe forense sulla vita italiana (senza indicazioni bibliografiche). Nel 1880 nei tre albi di avvocati e procuratori, di soli avvocati e di soli procuratori, erano inscritti 12.885 professionisti, cioè 75,17 per 100.000 abitanti, nel 1913 il numero era di 21.488, 61,97 per 100.000 abitanti. Nel 1923, 23.925, 54,41 per 100.000. Nel 1927, dopo la revisione straordinaria degli albi disposta dalla nuova legge, il numero ascende a 26.679, 68,85 per 100.000; furono cancellati più di 2.000. L’azione di revisione e le nuove norme restrittive per le inscrizioni riducono, nel 1929, il numero a 25.353, 64,21 per 100.000. Ora in media si inscrivono 10 avvocati all’anno, meno delle vacanze che si verificano.

Negli altri paesi: Francia: nel 1911 gli avocats e avoués 10.263, 29 per 100.000 abitanti; nel 1921, 15.236, 39 per 100.000. Germania del dopo-guerra: nel 1925, 13.676 Rechtstanwälte (avvocati e procuratori), 22 per 100.000; nel 1913, 18 per 100.000. Austria: prima della guerra 15 per 100.000; dopo la guerra 18. Inghilterra: nel 1920 17.946, 47 per 100.000, prima della guerra 45 per 100.000.

Nelle facoltà di giurisprudenza italiane ogni anno 9000 studenti: le lauree in legge che nel periodo 1911-14 furono 1900, nel 1928-29 furono 2240. Nel 1911-14 i licenziati dal liceo 4943 in media all’anno, nel 1926-29, 5640. Nella magistratura superiore (Corti d’Appello, d’Assise, Cassazione) i magistrati nel 1880, 2666; nel 1913, 2553; nel 1922, 2546; nel 1929, 2557.

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