Passato e presente. Il rutto del pievano e altre strapaesanerie. § (100)

Cesare De Lollis (Reisebilder, pp. 8 e sgg.) scrive alcune note interessanti sui rapporti tra «minoranza» che fece l’Italia e popolo: «… non molti giorni or sono mi capitò di leggere in un giornale quotidiano che da tempo l’Italia si dava troppo pensiero delle scuole elementari e popolari in genere (tra i principali responsabili si designava il Credaro), laddove è l’educazione delle classi superiori che bisogna curare nell’interesse vero della nazione. Or con questo si torna o si vorrebbe tornare al concetto dell’educazione come privilegio di classe; concetto del tutto ancien régime, la controriforma compresa, che si guardò bene dall’avvicinare la cultura alla vita, e quindi al popolo. Eppure: perché la nazione sia stilizzata una vera unità, occorre che quanti la compongono si ritrovin tutti in un certo grado di educazione. Le classi inferiori devono nelle superiori ravvisare i tratti della perfezione conseguita; queste devono in quelle riconoscere la perfettibilità. <…> Ora, che si sia fatto molto in questo senso non potran dire che i superficiali osservatori o i retori che empiono la bocca propria e la testa degli altri di paroloni come “stirpe” e “gente”, paroloni i quali tendono, conferendo titoli di nobiltà ereditaria, ad abolire il senso dello sforzo e del dovere personale, così come l’amministrazione ora di moda, e tutta romantica, del costume e dei costumi locali tende a immobilizzare e cristallizzare, invece che incitare sulla via del progresso». (È acuto l’accostamento implicito tra lo strapaesismo e la cultura privilegio di classe).

Fatto affine è quello dei nomi delle strade (cfr Corrado Ricci, I nomi delle strade, «Nuova Antologia» del 1° marzo 1932): il Ricci, nel giugno 1923, al senato, discutendosi un decreto relativo al mutamento di nomi delle strade e delle piazze comunali, propose che si facesse una revisione dei nomi vecchi e nuovi, per vedere se non convenisse, in diversi casi, tornare all’antico. (Ciò che avvenne in molti casi, e il fatto che talvolta fu opportuno, non toglie niente al significato dell’indirizzo).

Così le diverse «Famiglie» meneghina, torinese, bolognese ecc. che prosperano in questo stesso periodo. Tutti tentativi di immobilizzare e cristallizzare ecc.


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