Punti per un saggio su Croce. Storia etico-politica o storia speculativa?

Quaderno 8 (XXVIII) § (240)

Si può sostenere che la storia in atto del Croce non è neanche etico-politica, ma storia speculativa, un ritorno, sia pure in forme letterarie rese più accorte e meno ingenue dallo sviluppo dell’attività critica, a forme già verificatesi nel passato e cadute in discredito come vuote e retoriche. La storia etico-politica no può prescindere neanche essa dalla concezione di un «blocco storico», in cui l’organismo è individualizzato e reso concreto dalla forma etico-politica, ma non può essere concepito senza il suo contenuto «materiale» o pratico. Bisogna dimostrare che contenuto e forma sono identici, ma bisogna dimostrarlo ogni volta in atto, individualmente, altrimenti si fanno dei filosofemi e non si fa storia. Nella scienza naturale ciò equivarrebbe a ritornare ad un periodo in cui le classificazioni avvenivano per il colore della pelle o del piumaggio o del pelo, e non sull’anatomia. La storia non è scienza naturale, e il suo fine non è di classificare; quindi il riferimento alle scienze naturali e alla necessità di una «anatomia» della società, non era che una metafora e un impulso ad approfondire le ricerche metodologiche e filosofiche. Nella storia umana [in atto], il «colore della pelle» non è un accidente, perché non si tratta di classificare o di polemizzare ma di ricostruire e si sa che in ogni individuo il colore della pelle è «blocco» con la struttura anatomica e con tutte le funzioni fisiologiche; non si può pensare un individuo «scuoiato» come il vero individuo; vero vorrebbe dir morto, elemento non più attivo e operante ma oggetto da tavolo anatomico. Ma l’estremo opposto è altrettanto erroneo e astratto e antistorico. Si vede nella Storia d’Europa nel fatto che il periodo scelto è mondo, è il periodo delle rivoluzioni passive, per dirla col Cuoco, il periodo della ricerca delle forme [superiori], della lotta per le forme, perché il contenuto si è già affermato con le rivoluzioni inglesi, con quelle francesi, con le guerre napoleoniche.

[Cfr p. 36]. Altro punto: il concetto di «libertà» identico a storia e a progresso dialettico, e quindi presente sempre in ogni storia e i concetto di libertà come ideologia o religione (o fanatismo, secondo i clericali per es.): confusione pericolosa, secondo la filosofia del Croce, tra filosofia e ideologia, per cui anche la filosofia diventa «strumento di politica» (cioè «errore» d’origine pratica o illusione secondo il materialismo storico, cioè formazione d’origine immediata e immediatamente transeunte). (Uno scultore, Rodin, dice – secondo M. Barrès, in Mes Cahiers, IV serie -: «Si nous n’étions pas prévenus contre le squelette, nous verrions comme il est beau»).

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