Il topo e la montagna
1° giugno 1931
Carissima Giulia, [...] Un bambino dorme. C'è un bricco di latte pronto per il suo risveglio. Un topo si beve il latte. Il bambino, non avendo il latte, strilla e la mamma strilla.
Il topo disperato si batte la testa contro il muro, ma si accorge che non serve a nulla e corre dalla capra per avere del latte. La capra gli darà il latte se avrà l'erba da mangiare.
Il topo va dalla campagna per l'erba e la campagna arida vuole l'acqua.
Il topo va dalla fontana. La fontana è stata rovinata dalla guerra e l'acqua si disperde: vuole il mastro muratore che la riatti.
Il topo va dal mastro muratore: vuole le pietre.
Il topo va dalla montagna e avviene un sublime dialogo tra il topo e la montagna che è stata disboscata dagli speculatori e mostra dappertutto le sue ossa senza terra.
Il topo racconta tutta la storia e promette che il bambino cresciuto ripianterà pini, quercie, castagni ecc. Così la montagna dà le pietre ecc. e il bimbo ha tanto latte che si lava anche col latte.
Cresce, pianta gli alberi, tutto muta; spariscono le ossa della montagna sotto nuovo humus, la precipitazione atmosferica ridiventa regolare perché gli alberi trattengono i vapori e impediscono ai torrenti di devastare la pianura ecc.