Quaderno I (XVI) § (110) Contraddizioni dei moderati prima del 48

La lega doganale promossa da Cesare Balbo e stretta a Torino il 3 novembre 1847 dai tre rappresentanti del Piemonte, della Toscana e dello Stato romano, doveva preludere alla costituzione della Confederazione politica che poi fu disdetta dallo stesso Balbo, facendo così abortire anche la Lega doganale. La Confederazione era desiderata dagli Stati minori italiani: i piemontesi [reazionari, tra cui Balbo], credendo assicurata l’espansione territoriale del Piemonte, non volevano pregiudicarla con legami che l’avrebbero ostacolata (il Balbo nelle Speranze d’Italia aveva sostenuto che la Confederazione era impossibile finché una parte d’Italia fosse stata in mano agli stranieri) e disdissero la Confederazione dicendo che le leghe si stringono prima o dopo la guerra (la Confederazione fu respinta nel 48, nei primi mesi – cercare). Gioberti con altri vedevano nella confederazione politica e doganale stretta anche durante la guerra la necessaria premessa per rendere possibile il motto «l’Italia farà da sé».

Questo episodio è della massima importanza, con quello dei volontari e della Costituente, per mostrare come il movimento del 48 fallì per gli intrighi dei reazionari, che poi furono i moderati del periodo successivo. Essi non seppero dare né una direzione politica, né tanto meno una direzione militare alla rivoluzione [prima del 48].

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