La religione, il lotto e l’oppio del popolo § (209)

Nelle Conversazioni critiche (Serie II, pp. 300-301) il Croce ricerca la «fonte» del Paese di cuccagna di Matilde Serao e la trova in un pensiero del Balzac, che è interessante anche come probabile fonte dell’espressione «oppio del popolo» del Marx, il quale, come è noto, era un grande ammiratore di Balzac e anzi di propose, in un certo tempo, di scrivere un libro sulla sua opera letteraria. Nel racconto La Rabouilleuse, scritto nel 1841 e poi intitolato Un ménage de garçon, narrandosi di madama Descoings, la quale da ventun anno giocava un famoso suo terno, il «sociologo e filosofo romanziere» osserva: «Cette passion, si universellement condamnée, n’a jamais été étudiée. Personne n0y a vu l’opium de la misère. La loterie, la plus puissante fée du monde, ne développerait-elle pas des ésperances magiques? Le coup de roulette qui faisant voir aux joueurs des masses d’or et de jouissances ne durait que ce que dure un éclair. Quelle est aujourd’hui, la piussance sociale qui peut, pour quarante sous, vous rendre heureux pendant cinq jours et vous livret idéalement tous le bonheurs de la civilisation?» Il Croce aveva già notato che il Paese di cuccagna (1890) aveva la sua idea generatrice in un brano del Ventre di Napoli (1884) della stessa Serao nel quale «si lumeggia il gioco del lotto come “il grande sogno di felicità” che il popolo napoletano “rifà ogni settimana”, vivendo “per sei giorni in una speranza crescente, invadente, che si allarga, esce dai confini della vita reale”; il sogno “dove sono tutte le cose di cui esso è privato, una casa pulita, dell’aria salubre e fresca, un bel raggio di sole caldo per terra, un letto bianco e alto, un comò lucido, i maccheroni e la carne ogni giorno, e il litro di vino, e la culla pel bimbo, e la biancheria per la moglie, e il cappello nuovo per il marito”».

Dell’ammirazione di Marx per Balzac ha scritto Lafargue nei suoi ricordi su Marx (cfr l’antologia del Rizanov, p. 114 dell’ed. francese): «Aveva una tale ammirazione per Balzac che si proponeva di scrivere un saggio critico sulla Commedia umana ecc.». [(vedi a p. 75)].

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