Machiavelli. Il moderno Principe § (56)

La concezione del Croce, della politica-passione, esclude i partiti, perché non si può pensare a una «passione» organizzata e permanente: la passione permanente è uno stato spasmodico. Esclude il partito ed esclude ogni «piano» d’azione concertato preventivamente. Ma la concezione dovrebbe essere applicabile anche alla guerra e quindi dovrebbe spiegare il fatto degli eserciti permanenti. La guerra è un momento della vita politica, è la continuazione, in altre forme, di una determinata politica: bisogna dunque spiegare come la «passione» possa diventare «dovere» morale, di morale politica.

Sui «piani politici», che sono connessi ai partiti, cioè a formazioni permanenti, ricordare ciò che Moltke diceva dei piani militari: che essi non possono essere elaborati e fissati in precedenza in tutti i loro dettagli, ma solo nel loro nucleo e disegno centrale, perché le particolarità dell’azione dipendono in una certa misura dalle mosse dell’avversario. Per Crice tutto ciò dovrebbe essere assurdo, perché appunto nei particolari si manifesta la «passione». Nella critica al Croce vale il concetto che la teoria deve essere d’accordo con la storia, coi fatti della storia, né vale o può valere la posizione negativa di mostrare che una determinata opinione o spiegazione proposta non è filosoficamente valida: questa posizione è uno stadio iniziale della critica, che non può accontentare, perché lascia il problema insoluto.


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