Sul «Saggio popolare» § (174)
Si può avere dal Saggio una critica della metafisica? Mi pare che il concetto stesso di metafisica sfugga all’autore, in quanto gli sfugge il concetto di movimento storico, del divenire e quindi della dialettica. Pensare che una affermazione è vera per un periodo storico, cioè è l’espressione necessaria e inscindibile di una determinata azione, di una determinata praxis, ma diventerà «falsa» in un periodo storico successivo, senza perciò cadere nello scetticismo e nel relativismo (opportunismo morale e ideologico) è molto difficile. L’autore non riesce a sfuggire al dogmatismo, quindi alla metafisica: tutto il suo libro anzi è viziato di dogmatismo e di metafisica e ciò è chiaro dall’inizio, dall’impostazione del problema cioè della possibilità di costruire una «sociologia» del marxismo: sociologia significa appunto, in questo caso, metafisica. In una nota l’autore non sa rispondere all’obbiezione di alcuni teorici che sostengono il materialismo storico poter vivere solo in concrete opere di storia; egli non riesce a elaborare la concezione del materialismo storico come «metodologia storica» e questa come «filosofia», come la sola filosofia concreta, non riesce a porsi e a risolvere dal punto di vista del materialismo storico il problema che Croce si è posto e ha cercato di risolvere dal punto di vista dell’idealismo. Invece di «metodologia storica», di «filosofia», egli costruisce una sociologia, cioè una «casistica» di problemi concepiti e risolti dogmaticamente, quando non empiricamente. Pare che per l’autore «metafisica» sia una determinata formulazione filosofica, e non ogni formulazione di soluzioni che si ponga come un universale astratto, fuori del tempo e dello spazio.