Per la Liberazione della Donna

Discorso a Piazza Siena, 13 maggio 1979

Un uomo, un dirigente politico avverte oggi una certa difficoltà a parlare a un pubblico in così grande prevalenza femminile, che giustamente non tollera più discorsi vaghi e discorsi paternalistici. È una difficoltà: ma è tuttavia minore se si parla a nome di un partito come il nostro che – sia pure ancora con limiti e ritardi – è certamente il partito che più di ogni altro si è impegnato da anni, e si impegna, grazie anche al contributo delle sue militanti, a comprendere i problemi delle donne, a battersi con esse per risolverli, a cogliere e a far proprie le novità che vengono via via affiorando e si vanno affermando nella coscienza delle donne, nei loro movimenti di emancipazione e di liberazione.

Possono dire lo stesso gli altri partiti? Qualcosa si è già visto e saputo. Abbiamo letto ad esempio che nell’assemblea nazionale delle donne socialiste il discorso del segreta¬rio di quel partito è stato contestato: non solo e non tanto per avere egli imprudentemente riesumato – la scorsa l’state – la figura di Proudhon, un accanito ultra-antifemminista: e nemmeno soltanto per non essere in grado di dare sicuri affidamenti circa la elezione di un numero adeguato di candidate socialiste (nel disciolto Parlamento esisteva una sola rappresentante del PSI): ma soprattutto per non essere entrato nel merito delle questioni poste dalle compagne socialiste con un documento e con delle relazioni che dimostravano un serio e positivo impegno di elaborazione.

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Diritti

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La Democrazia è un valore universale

Discorso in occasione del 60° anniversario della Rivoluzione d’OttobreMosca, 3 novembre 1977

Cari compagni, rivolgo a tutti voi il saluto fraterno del Pci. Con legittima fierezza – come ha detto il compagno Breznev – i comunisti e i popoli dell’Unione Sovietica festeggiano i 60 anni della vittoria della Rivoluzione socialista d’ottobre, anni di un cammino tormentato e difficile, ma ricco di conquiste nello sviluppo economico pianificato, nella giustizia sociale e nell’elevazione culturale; un cammino nel quale grandeggiano il vostro contributo determinante con il sacrificio di milioni e milioni di vite umane, alla vittoria sulla barbarie nazifascista e la vostra costante opera per difendere la pace mondiale.

Con la Rivoluzione socialista del ’17 si compie una svolta radicale nella storia; e così la sentono anche oggi i lavoratori di tutti i continenti. La vittoria del partito di Lenin fu di portata veramente universale perché ruppe la catena del dominio, fino ad allora mondiale, del capitalismo e dell’imperialismo, e perché, per la prima volta, pose a base della costruzione di una società nuova il principio della uguaglianza fra tutti gli uomini.

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Democrazia

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Conclusioni al Convegno degli Intellettuali

di Enrico Berlinguer, 16 gennaio 1977, Teatro Eliseo di Roma

Da che cosa è nata, da che cosa nasce l’esigenza di metterci a pensare e a lavorare attorno ad un progetto di trasformazione della società che indichi obiettivi e traguardi tali da poter e dover essere perseguiti e raggiunti nei prossimi tre-quattro anni, ma che si traducano in atti, provvedimenti, misure, che ne segnino subito l’avvio?

Questa esigenza nasce dalla consapevolezza che occorre dare un senso e uno scopo a quella politica di austerità che è una scelta obbligata e duratura, e che, al tempo stesso, è una condizione di salvezza per i popoli dell’occidente, io ritengo, in linea generale, ma, in modo particolare, per il popolo italiano.

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Politica

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Eurocomunismo e compromesso storico

Intervista a cura di Carlo Casalegno, Europa, supplemento mensile del­la Stampa, 3 febbraio 1976

Si avvertono nuovi segni di tensione tra Usa e Urss. Pensa, onorevole Berlinguer, ch’essa renda più improbabile la realizzazio­ne del compromesso storico?

L’ipotesi d’un ritorno alla guerra fredda non mi pare ragio­nevole. Anche se alterna momenti di slancio a battute di arresto, la distensione risponde a necessità oggettive; salvo fatti catastro­fici, dovrà continuare. Essa non favorisce soltanto sviluppi demo­cratici e trasformazioni economiche e sociali avanzate nei paesi capitalisti; esercita influssi positivi anche all’est.

Festeggiando in Roma Dolores lbarruri, lei ha detto che oc­corre superare le interpretazioni scolastiche, dogmatiche della dot­trina marxista. Le controversie dottrinali e politiche dei partiti comunisti italiano, francese, spagnolo con Mosca hanno indotto taluni commentatori a parlare di un «terzo scisma» dopo quelli di Tito e di Mao. Non è contraddittorio che il suo partito accetti di partecipare, sia pure sotto precise condizioni, alla conferenza comunista paneuropea? Un rifiuto non sarebbe la prova più con­vincente dell’autonomia che il Pci afferma d’aver conquistato?

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Politica

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