La Democrazia è un valore universale
Discorso in occasione del 60° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, Mosca, 3 novembre 1977
Cari compagni, rivolgo a tutti voi il saluto fraterno del Pci. Con legittima fierezza – come ha detto il compagno Breznev – i comunisti e i popoli dell’Unione Sovietica festeggiano i 60 anni della vittoria della Rivoluzione socialista d’ottobre, anni di un cammino tormentato e difficile, ma ricco di conquiste nello sviluppo economico pianificato, nella giustizia sociale e nell’elevazione culturale; un cammino nel quale grandeggiano il vostro contributo determinante con il sacrificio di milioni e milioni di vite umane, alla vittoria sulla barbarie nazifascista e la vostra costante opera per difendere la pace mondiale.
Con la Rivoluzione socialista del ’17 si compie una svolta radicale nella storia; e così la sentono anche oggi i lavoratori di tutti i continenti. La vittoria del partito di Lenin fu di portata veramente universale perché ruppe la catena del dominio, fino ad allora mondiale, del capitalismo e dell’imperialismo, e perché, per la prima volta, pose a base della costruzione di una società nuova il principio della uguaglianza fra tutti gli uomini.
Conclusioni al Convegno degli Intellettuali
di Enrico Berlinguer, 16 gennaio 1977, Teatro Eliseo di Roma
Da che cosa è nata, da che cosa nasce l’esigenza di metterci a pensare e a lavorare attorno ad un progetto di trasformazione della società che indichi obiettivi e traguardi tali da poter e dover essere perseguiti e raggiunti nei prossimi tre-quattro anni, ma che si traducano in atti, provvedimenti, misure, che ne segnino subito l’avvio?Questa esigenza nasce dalla consapevolezza che occorre dare un senso e uno scopo a quella politica di austerità che è una scelta obbligata e duratura, e che, al tempo stesso, è una condizione di salvezza per i popoli dell’occidente, io ritengo, in linea generale, ma, in modo particolare, per il popolo italiano.
Eurocomunismo e compromesso storico
Intervista a cura di Carlo Casalegno, Europa, supplemento mensile della Stampa, 3 febbraio 1976
Si avvertono nuovi segni di tensione tra Usa e Urss. Pensa, onorevole Berlinguer, ch’essa renda più improbabile la realizzazione del compromesso storico?
L’ipotesi d’un ritorno alla guerra fredda non mi pare ragionevole. Anche se alterna momenti di slancio a battute di arresto, la distensione risponde a necessità oggettive; salvo fatti catastrofici, dovrà continuare. Essa non favorisce soltanto sviluppi democratici e trasformazioni economiche e sociali avanzate nei paesi capitalisti; esercita influssi positivi anche all’est.
Festeggiando in Roma Dolores lbarruri, lei ha detto che occorre superare le interpretazioni scolastiche, dogmatiche della dottrina marxista. Le controversie dottrinali e politiche dei partiti comunisti italiano, francese, spagnolo con Mosca hanno indotto taluni commentatori a parlare di un «terzo scisma» dopo quelli di Tito e di Mao. Non è contraddittorio che il suo partito accetti di partecipare, sia pure sotto precise condizioni, alla conferenza comunista paneuropea? Un rifiuto non sarebbe la prova più convincente dell’autonomia che il Pci afferma d’aver conquistato?
L’Italia, l’Europa, il socialismo
Intervista a L’unité, settimanale del Partito socialista francese, 24 ottobre 1975

