Formazione: Gaphic Novel & Fumetti

Graphic Novel & Fumetti

Il progetto in generale

Il progetto in proposta è denominato PCI un progetto del ‘900 - dalla rivoluzione alla svolta democratica e intende sviluppare un modello in grado di supportare attività educative, ludiche e di sviluppo critico di varie fasce d’età, sia giovanili che anche adulte, l’approccio è scelto nel modello di narrazione proposto dal “fumetto” o meglio in questo caso di “graphic novel”. 
Non è del tutto marginale il ricordo delle strisce del “Pioniere” che portarono tra l’altro a un dibattito tra alcuni importanti dirigenti del PCI e Gianni Rodari.

Prenderà forma quindi un racconto a fumetti, costruito attraverso un percorso collaborativo in progress ed a più voci, di un tratto della storia d’Italia focalizzato sugli eventi che hanno portato alla fondazione del PCI, un partito che nel corso del Novecento ha connotato il ruolo nella costruzione della attuale società italiana. 
Al tempo stesso la Fondazione Elio Quercioli presentando questo progetto intende rafforzare, consolidare ed estendere il percorso e le azioni che da anni ha intrapreso dedicata alla diffusione dei concetti ed alle azioni di formazione primaria, di formazione in generale e di “Lifelong Learning” (apprendimento permanente)

Le Adesioni a ”PCI un progetto del ‘900 - dalla rivoluzione alla svolta democratica” 

Al progetto proposto dalla Fondazione Elio Quercioli ed alla sua realizzazione nel corso del 2022 e 2023 hanno aderito e parteciperanno in modalità collaborativa un esteso gruppo rappresentato da studenti, docenti, sceneggiatori e fumettisti provenienti da scuole d’arte, scuole pubbliche, università, professioni. 
Attraverso il metodo comune di organizzazione delle attività porteranno sul finire del 2023 alla pubblicazione in formato digitale del fumetto ed a una prestampa numerata di 100/200 copie da distribuire ai vari partecipanti, agli studenti ed alle scuole che avranno partecipato al progetto.

Al progetto che nasce da un suggerimento del Ministero della Cultura hanno già aderito in accordo alle linee guida preparatorie ed al piano economico stilato dalla Fondazione Elio Quercioli varie realtà.

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Cenni storici sulla nascita del Pcd’I

Quali furono le cause che il 21 gennaio 1921 portarono in Italia alla nascita di un partito operaio rivoluzionario e che, nei successivi settant’anni, occuperà una posizione centrale nel sistema politico nazionale? 
Per capire le ragioni che furono alla base della nascita del Pcd’I nel nostro paese, bisogna risalire al tipo di sviluppo, alla crescita industriale e alla rottura dello spirito nazionale avvenuto con il grande sforzo sostenuto dal paese nel corso della Prima guerra mondiale. 

Tra il 1910 e il 1919 la società italiana conobbe fenomeni di crescita sostenuta («il vero miracolo italiano») che la fecero uscire dallo stato di stagnazione che aveva caratterizzato gli ultimi decenni del secolo precedente. 
Il modo di come si afferma la modernizzazione nel nostro paese, cause, risposte diverse e avverse (sovversive) causate dal diverso livello di sviluppo di alcune parti della penisola e dalla visione egoistica e miope della classe dirigente e della monarchia nazionale. 

Se l’età giolittiana, ai suoi esordi, si impegna a migliorare le condizioni delle masse popolari, ampliando opportunità di welfare, migliorando le libertà civili e sindacali facendo crescere il benessere in alcune aree del paese («il triangolo»), la scelta imperialistica della guerra di Libia, al contrario, alimentò il nazionalismo aggressivo e militaresco, fece crescere l’apparato militare-industriale che si affermerà definitivamente con l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915.

Per quel che riguarda il tessuto sociale, la I Guerra mondiale ha rappresentato la più profonda rottura in tutto il cammino dell’Italia contemporanea. 
Qui la Grande Guerra comportò per la prima volta l’ingresso  delle «masse» nella storia: l’enorme sforzo prodotto dalla mobilitazione totale (6 milioni di uomini richiamati) aveva fatto diventare indispensabile il lavoro delle donne e aveva reso contadini e operai più consapevoli dei propri diritti e più decisi a rivendicarli anche sull’esempio della Rivoluzione russa. 

Sul piano politico, da tutto ciò, uscirono grandemente rafforzate le organizzazioni di sinistra e popolari e soprattutto il Partito Socialista che alle elezioni del novembre 1919 ottenne il 32% dei voti. 
Nella situazione di crisi nel dopoguerra dove l’inflazione aumentò del 400% tra il 1916 e  il 1921 le organizzazione operaie e popolari scesero in campo per ottenere salari e condizioni di vita migliori e riuscendo in parte a recuperare, ma spingendosi però al limite di condizioni prerivoluzionarie non previste dalla maggioranza dei dirigenti sindacali e politici. 

La Fondazione è consapevole che molti libri sono già stati scritti sulla nascita del Pcd’I e dunque da questa premessa storica che ci pare d’interesse e di attualità dedicare questo progetto a giovani studenti utilizzando il linguaggio leggero e diretto offerto dal fumetto. 
Di aiutare a comprenderne criticamente i tratti artistici e la capacità di sintesi. 

Ma soprattutto con l'obiettivo di impostare lo sviluppo collaborativo e partecipato del  prodotto finale, sia nelle fasi di documentazione che in quelle di sviluppo del concept, della proposta artistica e infine della realizzazione sia grafica (disegni, colori) che tecnica (impaginazione, lettering, etc.).

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Contenuti del racconto (per punti)

Il racconto e la sua sceneggiatura si svilupperà attraverso queste principali argomentazioni.

1. L’offensiva operaia del 1919. Ai primi del ’19 in Italia metallurgici, ferrovieri, tranvieri, edili, tessili raggiunsero i primi accordi sulle 8 ore di lavoro attraverso scioperi generali. Stesse mobilitazioni per i lavoratori della terra con l’obiettivo della socializzazione.

2. Tra il ’19 e il ’20 nel PSI si apre una forte discussione sulle prospettive di lotta.

3. Congresso di Bologna del ’19. La frazione comunista di Bordiga esprime la sua posizione marxista.

4. Nascita a Torino del settimanale “Ordine Nuovo” di Tasca, Gramsci, Togliatti, Terracini.

5. 1920.  Anche a Milano nasce nel Psi una frazione comunista con Fortichiari, Tresso ecc.

6. agosto 1920. La Terza Internazionale al suo Congresso inviata ad espellere dai Partiti socialisti la frazione riformista e di cambiare il nome in Partito Comunista.

7. Estate 1920. Occupazione delle fabbriche. Gli operai metalmeccanici scesero in lotta per ottenere migliori condizioni di lavoro, orari più contenuti e aumenti salariali. A settembre oltre 400.000 lavoratori occuparono le officine in tutta Italia, spesso – in particolare a Torino – presidiandole con le armi e mandando avanti la produzione. La situazione raggiunse l’apice della tensione, ma il governo presieduto da Giovanni Giolitti non intervenne. Tra il 10 e l’11 settembre gli “stati generali” del movimento operaio italiano, ossia i vertici della Confederazione generale del lavoro e del Partito socialista, si riunirono e, a larga maggioranza, demandarono al sindacato la gestione della lotta, scegliendo così di ridimensionarla a vertenza di lavoro ed escludendo che essa potesse essere la scintilla per scatenare la rivoluzione. Il 19 settembre, con la mediazione del governo Giolitti, venne firmata un’intesa che accoglieva buona parte delle richieste sindacali e prevedeva la costituzione di una commissione paritaria avente il compito di formulare proposte legislative per il controllo operaio della produzione.

8. novembre 1920. Convegno comunista di Imola. A Imola la frazione comunista in seno al PSI si riunisce ponendo al centro di discussione un documento redatto a Milano tra gli ordinovisti, i giovani socialisti, i bordighiani e un gruppo di massimalisti circa la inadeguatezza del PSI a promuovere le istanze rivoluzionarie della classe operaia italiana e a aderire pienamente alle richieste di rinnovamento della III Internazionale. Grande parte della federazione giovanile socialista è presente a Imola ed è orientata alla costruzione del nuovo Partito comunista e il documento di Imola può considerarsi l’atto ufficiale di costituzione della frazione comunista.

9. Scissione di Livorno. Dal 15 al 21 gennaio si tiene il XVII congresso del PSI al teatro Goldoni. Al termine della discussione la frazione comunista lascia il teatro Goldoni e si dirige al teatro S. Marco e il 21 gennaio deliberano la costituzione del Partito comunista d’Italia. Sezione della III Internazionale. Il CE è costituito da Bordiga, Fortichiari, Repossi, Grieco e Terracini.

10. Il III Congresso dell’Internazionale lancia con Trockij la parola d’ordine del “fronte unico”, cioè la momentanea alleanza con le forze riformiste per combattere la forte reazione del capitalismo contro la classe proletaria.

11. Il gruppo dirigente del PCI è contrario alla tattica del fronte unico e al suo interno inizia una forte discussione.

12. Nell’ottobre del 22 il fascismo conquista il governo del paese.

13. Scontro tra Gramsci e Bordiga. Gramsci accusa Bordiga di aver pensato esclusivamente alla organizzazione chiusa del Partito, inteso come apparato di funzionari ortodossi alla concezione ufficiale e di aver trascurato il compito vero del partito, cioè la conquista e il coinvolgimento più largo possibile delle masse attraverso una attività continua di propaganda e agitazione. Al rifiuto dogmatico di Bordiga del fronte unico, Gramsci proponeva una nuova tattica di alleanze basata sulla parola d’ordine della «Repubblica federale degli operai e dei contadini». Con questo progetto Gramsci propose la nascita di un nuovo quotidiano intitolato appunto L’Unità che iniziava le pubblicazioni il 12 febbraio 1924.

14. I dirigenti di Mosca, dopo la morte di Lenin, chiedono al PCI di costituire un nuovo Esecutivo del quale farà parte Gramsci, Togliatti e Scoccimarro e Camilla Ravera responsabile della sezione e femminile. Gramsci viene nominato segretario generale nell’ agosto ’24.

15. Aprile ’24 ci sono nuove elezioni nelle quali Gramsci viene eletto in parlamento.

16. Delitto Matteotti e l’Aventino

17. Leggi fascistissime tra il 1925 e il ’26 che portano alla costituzione del regime.

18. Congresso di Lione del gennaio 1926. Gramsci è il relatore di maggioranza con il 90% di adesioni contro il 9% della frazione di Bordiga. Si introduce il “centralismo democratico” con l’obbligo di non formare correnti organizzate all’interno del Partito, Si promuove la più ampia organizzazione di cellule operai e contadine sul territorio per un contatto diretto del Partito con le masse.

19. 8 novembre 1926. Mussolini ordina l’arresto dei Deputati comunisti. Gramsci viene arrestato presso la sua abitazione romana alle 22,15 della sera stessa. Dopo la permanenza a S. Vittore viene mandato al confino a Ustica.

20. Maggio 1928. Gramsci, Terracini e il gruppo dirigente del PCI vengono processati a Roma (il “processone”). Gramsci è condannato a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni. Nonostante una visti medica che accerto il suo precario stato di salute. Gramsci viene mandato a scontare la sua pena presso la casa di detenzione di Turi .

21. Il 19 inizia la stesura del primo quaderno del carcere.

22. Intanto Il PCI riorganizza il suo centro interno: Tasca viene espulso e sostituito da Luigi Longo. Camilla Ravera e Poi Pietro Secchia hanno il compito di riorganizzare il partito a seguito delle incarcerazioni continue dei militanti e dirigenti del partito.

23 1930: mentre l’internazionale comunista ipotizza come imminente il crollo de fascismo e del capitalismo e invita a combattere la socialdemocrazia come complice della borghesia, Gramsci in carcere tiene una serie di lezioni ai detenuti nelle quali esprime il suo disaccordo con la linea ufficiale e ipotizza invece una fase democratica di alleanze con tutte le forze socialiste e antifasciste per dar vita alla “Costituente”. Le posizioni di Gramsci vengono contestate da altri detenuti e denunciate attraverso un rapporto che giunge al centro interno del PCI e a Togliatti.

24. Nel 1933 avvento del Nazismo in Germania.

25. Nel 1934 al VII congresso dell’Internazionale comunista rinnega la sua linea precedente e lancia la parola d’ordine dei fronti popolari e dell’alleanza tra comunisti, socialisti e socialdemocratici in nome della lotta contro il fascismo e il nazismo.

26. Gramsci in carcere continua alla scrittura dei Quaderni mentre dalla Francia, dove si è rifugiato il centro del PCI si apre una campagna stampa per la liberazione di Gramsci .

27. 27 aprile 1937. Morte di Gramsci.

28. 1936 – 39. Guerra di Spagna. Vittoria del Fronte popolare repubblicano. Sollevazione dei militari con F. Franco e abolizione della Repubblica. Intervento delle brigate internazionali di volontari e ruolo importante di organizzazione da parte di Togliatti e Longo. Si forma una grande unità tra socialisti e comunisti con l’obbiettivo di costruire un governo democratico e unitario che però non riuscì.

29. 1940. Si fa ancora più stretta la repressione verso il PCI anche in Francia e i dirigenti cercano rifugio in altri paesi: Togliatti e Grieco a Mosca, Berti e Donini a New York, G. Amendola a Marsiglia, mentre Ravera e Terracini erano al confino a Ustica. Togliatti da Mosca si occupa delle trasmissioni radiofoniche di Radio Mosca per gli italiani.

30. I giovani durante il fascismo e le prime manifestazioni di antifascismo. I Guf, le prime riviste (p. es. “Corrente” di E. Treccani a 18 anni), i comizi con molti arresti e la diffusione di volantini antifascisti presso le fabbriche.

31. Lo scoppio della guerra e l’entrata in guerra dell’Italia nel giugno ’40.

32. La caduta di Mussolini il 25 luglio 1943

33. I dirigenti del PCI iniziano a tornare in Italia e si costituiscono due centri: uno a Roma (Longo, Amendola ecc.) e una a Milano (Secchia, Roasio, Negarville e poi Longo)

33. Dopo l’8 settembre si inizia a organizzare la Resistenza. Il PCI organizza man mano le Brigate Garibaldi. I GAP e le SAP. Si Forma il CLN che chiama tutto il popolo italiano all’unità per la lotta al fascismo e al nazismo occupante.

34. 27 marzo 1944. Ritorna in Italia anche Togliatti e arriva nel Sud Italia ormai libero. Togliatti da un nuovo indirizzo alla politica del PCI nei confronti del governo Badoglio e della monarchia. Con la “svolta di Salerno” il PCI ritiene prioritaria la lotta di liberazione nazionale, demandando ad una fase successiva il problema istituzionale e auspicando l’alleanza di tutte le forze antifasciste compresa la componente monarchica. Secondo Togliatti il PCI non doveva più essere un partito formato da un gruppo ristretto di militanti rivoluzionari con l’obiettivo della conquista violenta del potere come era stato fatto in Russia nel ’17, ma si trattavo ora di “proporre un’Assemblea costituente per proporre al popolo di dar vita ad una repubblica democratica, con una Costituzione la quale garantisca a tutti gli italiani tutte le libertà… “Non proporremmo un regime il quale si basa sul dominio di un solo partito. In una Italia democratica e progressiva vi saranno diversi partiti… Non vogliamo mettere al bando della nazione né i democratici, né i liberali, ma i fascisti”.

Si inizierà, dopo la liberazione, la costruzione del “partito nuovo”, di massa e con l’obiettivo della creazione dello Stato.

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