Lifelong Lifewide learning

Oggi sovente si sente usare il termine inglese lifelong learning, espressione che si riferisce alla dimensione verticale, e fa riferimento al fatto che l’apprendimento oggi riguarda l’intera durata della vita. Questa convinzione deriva anche dalla comprensione della dimensione apprenditiva insita in ogni azione umana.

Il concetto di lifelong learning rappresenta il superamento di una dimensione temporale definita (il tempo dell’istruzione iniziale) che una volta rappresentava, nell’esistenza di un soggetto, spesso l’unica porzione di vita dedicata all’apprendimento.

Per completezza occorre anche parlaredi lifewide learning, riferendosi in questo caso alla dimensione orizzontale, che fa riferimento a tutti gli ambiti della vita e rappresenta il superamento dei luoghi deputati all’apprendimento (tradizionalmente scuola e università) e la valorizzazione di ogni esperienza del soggetto.

L’espressione completa diventa allora lifelong lifewide learning e tempi e spazi dell’apprendimento si allargano sino a comprendere ogni ambito di vita ed ogni tempo del soggetto.

In una concezione dell’apprendimento di questo tipo diventa fondamentale riuscire a far comprendere alle persone, non ai professionisti del sapere, come ne è cambiata la concezione affinché possano riconoscere nei vari aspetti della propria vita le occasioni che lo favoriscono ed, attraverso la consapevolezza, ne possano approfittare.

Diventa allora fondamentale (seppur non sufficiente) una migliore comprensione delle denominazioni dei vari tipi di apprendimento attraverso la quale sono ormai entrati nel linguaggio, diffondendosi anche fuori dagli addetti ai lavori, alcuni termini rappresentativi.

Il quadro comunitario attorno al concetto di competenza ha avuto un’accelerazione importante negli ultimi venti anni, i passaggi normativi e le raccomandazioni, sia a livello europeo che al livello degli Stati Membri si sono moltiplicati. 

Fondamentale risulta, ad esempio, la raccomandazione denominata “Competenze chiave per l’apprendimento permanente” emanata il 18 dicembre 2006 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea (e sostanzialmente recepita, in Italia, dal Regolamento sull’obbligo di istruzione del 22 agosto 2007), con questa raccomandazione si richiede ad ogni sistema di istruzione e formazione, degli stati membri di 

“offrire a tutti i giovani gli strumenti per sviluppare le competenze chiave a un livello tale che li prepari alla vita adulta e costituisca la base per ulteriori occasioni di apprendimento, come anche per la vita lavorativa. Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione.”

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